Rimini non è solo hotel e discoteche; si respira arte nel centro storico della città romagnola.
Per la sua posizione strategica di punto di collegamento tra centro e Nord Italia, il Municipio Romano
di Ariminum divenne ben presto una della più importanti città della
Roma Imperiale, anche per il suo ruolo di avamposto per espandere la
dominazione romana anche più a Nord, verso la Pianura Padana.
Non a caso da qui passavano le più importanti arterie dell’epoca come la Via Flaminia, che da Roma conduce a Rimini, la Via Emilia che da Rimini arriva a Piacenza e la Via Popilia-Annia,
che da Rimini arrivava a Trieste, passando per Ravenna. Il massimo
splendore raggiunto in epoca romana è testimoniato anche dalle numerose
costruzioni volute in gran parte da due grandi imperatori, Augusto ed
Adriano, che sembravano apprezzare particolarmente questa città.
Per visitare Rimini si può partire dall’antico Ponte di Tiberio,
costruito per volere di Augusto a partire dal 14 d.C. e giunto a
compimento nel 21 d.C., quando l’impero era passato nelle mani di
Tiberio, che attribuì al ponte il proprio nome. Il Ponte di Tiberio
mostra ancora oggi tutta la bellezza della sua struttura con cinque
arcate a tutto sesto realizzate in pietra d’Istria.
Attraversa il fiume Marecchia, un tempo Ariminus, e si pone come confine
settentrionale della Rimini romana. Tuttora aperto al transito di
veicoli, il Ponte di Tiberio da inizio al Corso d’Augusto, il lungo
viale pedonale che rappresenta ancora oggi il centro vivo di Rimini,
pieno di negozi, piccoli caffé ed edifici storici. Percorrendo il Corso d’Augusto
si arriva alla grande Piazza TreMartiri, dove recenti scavi anno
riportato alla luce parte dell’antica pavimentazione del foro romano, e
poi alla bellissima Piazza Cavour, sede del mercato del pesce e della verdura in epoca medievale.
Percorso tutto il Corso d’Augusto si giunge all’imponente Arco d’Augusto,
altra mirabile costruzione di epoca romana. Eretto nel 27 d.C. per
rendere onore ad Augusto ed originariamente inserito nelle mura
cittadine, l’Arco d’Augusto si staglia oggi al centro di un’ ampia
piazza.
L’arco d’Augusto è un arco trionfale posto alla fine della Via Flaminia
ed è uno dei più antichi giunti sino ai giorni nostri. La merlatura
attualmente presente nella parte superiore risale al periodo medievale,
al X° secolo circa, epoca in cui la città era in mano ai ghibellini.
Antica Torre dell'Orologio in piazza Tre Martiri
L'arco di Augusto sullo sfondo
Si affacciano sulla piazza Palazzo dell’Arengo, Palazzo Garampi, e Palazzo del Podestà,
edifici storici di grande pregio.
Il Teatro Galli, sul fondo, risale al
1857.
Piazza Cavour ospita inoltre la splendida Fontana della Pigna,
realizzata nel 1543 ad opera di Giovanni da Carrara
Interni del teatro Galli di Rimini
Pescheria (domenica mattina)
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Il magnifico Tempio Malatestiano
Altro simbolo di Rimini è il Tempio Malatestiano,
testimonianza di un altro periodo di grande splendore della città, che
dal 1295 divenne Signoria sotto Malatesta da Verucchio.
Tomba di Isotta degli Atti
I lavori al Tempio Malatestiano ebbero inizio nel 1447 circa con piccoli
interventi alla chiesa duecentesca di san Francesco, in stile gotico,
alla quale furono aggiunte alcune parti. Sarà solo successivamente, con
l'architetto Leon Battista Alberti e per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta,
che ebbe inizio il più ambizioso progetto di creazione di una sorta di
rivestimento della chiesa preesistente ed una trasformazione degli
interni. In seguito ad un travagliato periodo di guerre con Federico da
Montefeltro, che lo sconfisse successivamente e alla mancanza dei fondi
necessari, la costruzione venne sospesa.
Ancora oggi è possibile ammirare il duplice volto dell’edificio, dove
contrastano la facciata ed i lati marmorei con la copertura povera di
travi e tavelle. Pregevole è il crocifisso di Giotto presente all’interno del Tempio Malatestaiano, che ospita anche i sepolcri di Sigismondo Malatesta e Isotta degli Atti.
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L'amore tra Sigismondo e Isotta
Era figlia di Francesco degli Atti, ricco mercante la cui nobile famiglia veniva da Sassoferrato nelle Marche.
La prima volta in cui il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta,
allora ancora sposato, notò Isotta ancora tredicenne o quattordicenne
fu nella corte della residenza paterna; in quel periodo infatti il vicino castello del Signore di
Rimini era in fase di restauro e ampliamento ed era ospite presso il
padre.
Isotta diede alla luce il primo figlio, Giovanni, nel 1447, il quale morì dopo pochi mesi. La loro relazione però divenne pubblica solo nel 1449, defunta la seconda moglie di Sigismondo, Polissena Sforza.
Il loro matrimonio (il terzo per
Sigismondo) fu celebrato nel 1456.
Sigismondo a questo punto volle celebrare il suo amore per Isotta,
che fu cantato dai rimatori e dagli altri artisti della corte, facendo
fiorire una celebrazione collettiva nota col nome di "letteratura
isottea"
Dalla loro unione nacque anche Antonia che nel 1481 andò in sposa a Rodolfo Gonzaga e da questi uccisa nel 1483 con l'accusa di adulterio.
Isotta governò la città dapprima per conto del marito caduto in disgrazia in seguito al contrasto con papa Pio II, poi rimasta vedova (1468) in nome del figlio Sallustio, fino all'uccisione di quest'ultimo l'anno successivo, per ordine di Roberto Malatesta, figlio illegittimo di Sigismondo Pandolfo, il quale assunse il controllo della città.
Isotta morì nel 1474 e su sepolta nel Tempio Malatestiano.
La sua figura ha ispirato il poeta Ezra Pound nei suoi canti malatestiani.